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Channel: Arteggiando s'impara.
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Le ballerine, Marie Laurencin.

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Autore:   Marie Laurencin

Titolo dell’opera: Le ballerine – 1937

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 53,5 cm x 64 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata



Cinque ballerine provano i passi non senza una piacevole “civetteria”, i colori lievi, le sfumature pastello e la grazia delle giovani donne rendono questa scena decisamente incantevole.

Marie Laurencin non pretende di comunicare particolari messaggi, si limita a descrivere la scena con estrema eleganza.

Lo sfondo non da alcun punto di riferimento, la pittrice vuole mettere in evidenza le cinque giovani donne.

Le pose studiate, poco naturali, ci propongono comunque diversi modi di porsi delle ragazze, allo spirito leggermente esibizionista della giovane a sinistra, si contrappone la velata timidezza della ragazza raffigurata a destra.

La figura centrale appare quella più sognante, si lascia andare ad una posa classica, il tutto accentuato dallo sguardo che si abbassa, quasi a perdersi nel tempo.

La pittura di Laurencin non mostra evidenti influenze dei movimenti artistici del suo tempo e mantiene un suo stile che viene sottolineato in quest'opera.

Si muoveva in ambienti frequentati da molti artisti, tra i quali Apollinaire, Matisse, Braquee Picasso, nella sua abitazione di Parigi capitava spesso che fra i vari pittori, scultori e letterati vi fossero delle interessanti discussioni sull’arte.


La cascata (o il sogno della stessa), Arshile Gorky.

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Autore:   Arshile Gorky

Titolo dell’opera: La cascata – 1943

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 154 cm x 113 cm

Ubicazione attuale:  Tate Gallery, Londra.
 



Difficile non definire questo dipinto “astratto”, ma il titolo e i colori ci conducono in un mondo alternativo dove possiamo immaginarci una cascata all’interno di un bosco.

L’effetto cromatico e la sensazione di movimento, data dalle innumerevoli figure, cercano di descrivere la forza della natura rappresentata dall’acqua che cade fra il verde della foresta e dal calore del sole che da energia a tutta la scena.

E’ evidente l’atmosfera surrealista, il racconto di un sogno, il tutto realizzato con la spontanea “libertà” artistica dell’espressionismo astratto.

Gorky racconta con le sue opere la terra natia (nato in Armenia emigra negli Stati Uniti a 15 anni) un critico lo definì “artista in esilio per il quale l’arte era diventata patria”.

La lontananza dal proprio paese e le difficoltà economiche (ha vissuto quasi senpre in povertà) lo spingono a rappresentare la propria terra in modo tutt’altro che realistico, come se solo in sogno e con i contorni indefiniti potesse riappropriarsi della propria vita.

Solo negli ultimi anni inizia ad ottenere i primi riconoscimenti ma i crescenti problemi psicologici lo porteranno al suicidio a soli 44 anni.

Provocazione o ricerca interiore, Egon Schiele.

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Autore:   Egon Schiele

Titolo dell’opera: Donna seduta con ginocchio piegato – 1917

Tecnica: Guazzo, acquerello e matita nera su carta

Dimensioni: 46 cm x 30 cm

Ubicazione attuale:  Národní Galerie, Praga.
 
 

Uno sguardo dritto negli occhi di chi osserva il dipinto, una forte carica emotiva, la modella prende possesso della scena con un atteggiamento di intenso erotismo.

I sentimenti umani raccontati da Schiele possiamo trovarli, sintetizzati, in quest’opera.
Il tratto nervoso, “crudo”, la posizione della donna che non ha niente di lineare, di armonico, ma che trasmette una forte sensualità nonostante l’assenza di quel fascino leggero e ammaliante di tante “donne fatali”.

L’influenza delle teorie sull’inconscio di Freud hanno portato Schiele a dare una forma, un’immagine alle proprie paure e ansiose insicurezze.

L’intensità e il nervosismo artistico portati all’esasperazione fanno di Schiele uno degli artisti più importanti dell’espressionismo, anche se lo stesso pittore non ci si è mai totalmente identificato.

Nonostante la breve esistenza (muore a 28 anni per un’influenza) l’artista austriaco dipinge molti quadri dove la presenza esplicita della sfera sessuale è la vera protagonista, opere che lo portano addirittura in carcere con l’accusa di oscenità.

Glossario dei termini tecnici, Acrilico.

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Morris Louis - Alpha-pi
Colore sintetico usato per la prima volta negli anni quaranta che combina alcune proprietà della pittura a olio e dell’acquerello.
I pigmenti (polveri colorate) vengono mischiati con resina acrilica.
L'aggiunta di una dose moderata di glicerina  permette di rallentarne l'asciugatura.

Può essere impiegato per una varietà di effetti, che vanno da sottili velature a spesse pennellate.
 

(Fonte : The art book)

L'ultimo tentativo di redenzione, Tiziano.

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Autore:   Tiziano (Tiziano Vecellio)

Titolo dell’opera: Pietà – 1575

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 378 cm x 347 cm

Ubicazione attuale:   Gallerie dell’Accademia, Venezia



Al centro, raffigurati con colori densi e con pennellate sommarie, troviamo la figura della Vergine che sorregge il corpo di Cristo morto.

A sinistra la Maddalena è colta in un gesto di dolore e rabbia, sembra inveire contro qualcuno al di fuori della scena. A destra, prostrato, si vede un vecchio seminudo che cela l’autoritratto dell’artista.

Tiziano fa di quest’opera un ultimo tentativo di richiesta di perdono prima della dipartita. A desta in basso si vede una tavoletta votiva che raffigura il pittore con il figlio Orazio che supplicano la Vergine di preservarli dalla peste.

La disperata richiesta di protezione divina è evidenziata dall’inquietante braccio proteso verso la statua della Sibilla, simbolo tragicamente disperato delle angosce del pittore prossimo alla morte.

Il dipinto nel suo insieme trasmette un senso di disagio, la luce fuori campo illumina la scena creando giochi d’ombra che inquietano l’osservatore. La forza dei soggetti si sostituisce alla pace e tranquillità che troviamo in altre opere con lo stesso soggetto (un esempio lo troviamo nella Pietà di Michelangelo che trasmette  una sensazione di assoluta calma e serenità nonostante la grande tragedia).

Tiziano probabilmente dipinge quest’opera come ornamento per la propria tomba ma l’avvento della peste fa in modo che l’artista trasformi la tela in un enorme ex voto con l’obbiettivo di allontanare il pericolo di contagio.

Le due statue ai lati della Vergine e di Cristo raffigurano Mosè, a sinistra e la Sibilla Ellespontica che preannunciò la crocefissione e la resurrezione di Gesù. Entrambe le statue poggiano su piedistalli che mostrano la testa di un leone, allusione a San Marco o alla divina sapienza.

La ricerca del limite umano, Aurelio Quaglino.

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L'opera dello scultore Aurelio Quaglino è dedicata “Agli aviatori del reparto velocità” di Desenzano del Garda, cittadina bagnata dalle acque dell'omonimo lago in provincia di Brescia.
La scuola dell’Aeronautica dedicata all’alta velocità, che ebbe sede nel comune a sud del lago di Garda negli anni 30, fu creata esclusivamente per infrangere i record di velocità.

La caratteristica fondamentale di questi velivoli era quella di essere degli idrovolanti, si trattava dunque di decollare e atterrare sull’acqua.
Infrangere continuamente il limite di velocità viaggiando sistematicamente a pochi metri sopra il pelo dell’acqua comporta rischi altissimi, ed è anche alle vittime di questo pericoloso “sport” che è dedicato il monumento di Quaglino.
 
Posizionata nel 1936 sul lungolago di Desenzano, l’opera non passa inosservata, il volto umano proteso in avanti, quasi alla ricerca del futuro, lascia una scia che trasmette l’essenza stessa della velocità.

E’ difficile “raccontare” le emozioni che la scultura trasmette all’osservatore, ma rimane impressa la sensazione di esplosione emozionale verso “l’oltre”, la ricerca di nuovi traguardi, il desiderio di andare al di la di ciò che conosciamo.

Il monumento sembra prendere forma sotto i nostri occhi, da un blocco indistinto nasce e prende forma quella che è la vera anima dell’essere umano: la continua ricerca e il desiderio di raggiungere i propri limiti e cercare, successivamente, di superarli, sapendo perfettamente quanto tutto questo può essere rischioso.
 
 

Glossario dei termini tecnici, Affresco.

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Particolare tipo di pittura murale nella quale puri pigmenti (colori) in polvere sono mischiati con acqua e applicati sull’intonaco umido (da cui il termine a fresco).
La scuola di Atene - Raffaello

La tecnica richiede una notevole velocità di esecuzione e le eventuali correzioni devono essere effettuate a secco, ma in questo caso il colore non è assorbito dall’intonaco come nel vero affresco.

Gli affreschi sono più adatti al clima secco, e furono largamente impiegati in Italia dal tardo medioevo al diciassettesimo secolo.

(Fonte : The art book)


La fanciulla tra i fiori, Tsougouhara (Lèonard) Foujita

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Autore:   Tsougouhara (Lèonard) Foujita

Titolo dell’opera:  Ragazza nel parco – 1957

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 51 cm x 65,5 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata
 
 


L’atmosfera di incantevole nostalgia ci accompagna in questa scena dove una giovane fanciulla attraversa i giardini del parco con in braccio un gatto.

Le sensazioni trasmesse dal dipinto sembrano riportare la mente al “passato”, l’immagine di un ricordo che torna a farsi vivo dopo tanto tempo.

Il pittore giapponese mette in quest’opera tutta la sua maestria ed esperienza  nell’arte del disegno (all’epoca del quadro aveva 71 anni), i contorni sono tracciati con un sottile pennello intriso di inchiostro nero e successivamente riempiti con pochi e tenui colori.

Il pallore del viso della ragazza contribuisce a comunicare un senso di innocenza, quasi infantile, le vesti della fanciulla e la cornice costituita dalle rose rimandano all’osservatore una piacevole sensazione di purezza poetica.

L’insieme sembra l’unione di due quadri, in primo piano la giovane cammina all’interno delle aiuole fiorite mentre sullo sfondo, quasi in un’altra dimensione, si trova il resto del parco con le lontanissime sagome degli altri ospiti.

Oltre agli enormi fusti degli alberi che sovrastano le persone che si godono una giornata di riposo e di divertimento, notiamo una grande tenda, l’unico particolare che spicca nell’omogeneità cromatica dello sfondo.

Nato a Tokyo, Foujita è fedele alla tradizione artistica del suo paese ma l’influenza occidentale appare evidente, poco più che diciassettenne si trasferisce a Parigi dove incontra artisti che contribuiscono a plasmare il suo inimitabile stile come Marc Chagall, Soutine e Modigliani.

Una curiosità, nel 1959 si converte al cattolicesimo e prende il nome di Leonard, un omaggio al genio artistico di Leonardo da Vinci.

 

La paranoia si fa poesia, l'intuizione geniale di Stephen King.

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Premetto che sono consapevole del fatto che sia azzardato definire questo brano una “poesia”, ma in fondo perché no?

Si tratta di uno scritto inedito pubblicato nel 1985 all’interno "scheletri", una raccolta di racconti.
Stephen King compone questi versi mantenendo una forma narrativa in prima persona dove racconta la paranoia nella sua forma più eclatante.

Non voglio ripetere quello che troverete scritto in seguito ma mi piace sottolineare lo spunto, a tratti divertente e irriverente, che lo scrittore americano riesce a cogliere in una situazione che è spesso drammatica e terribilmente angosciante.


ODE DEL PARANOIDE (Stephen King)

Non posso più uscire.
c’è un uomo alla porta
con l’impermeabile
che fuma una sigaretta
ma
 
ne ho scritto nel mio diario
e le affrancatrici sono tutte allineate
sul letto, sanguigne nel riverbero
dell’insegna del bar accanto.
Lui sa che se io muoio
(o soltanto scompaio)
il diario va e tutti sapranno
che la CIA è in Virginia.
500 affrancatrici acquistate da
500 negozi tutti diversi
e 500 quaderni
con 500 pagine ciascuno.
Sono pronto.
Lo vedo da quassù.
La sua sigaretta ammicca appena
sopra il bavero del suo trench
e da qualche parte c’è un uomo in metropolitana
seduto sotto una pubblicità della Black Velvet e pensa il mio nome.
Si è discusso di me nel chiuso delle stanze.
Se il telefono squilla c’è solo fiato.
Nel bar di fronte una rivoltella
a canna mozza ha cambiato di mano in gabinetto.
Ogni proiettile ha su il mio nome.
Il mio nome è scritto in schedari segreti
e lo si cerca nei necrologi.
Si è indagato su mia madre;
grazie a Dio è morta.
Hanno campioni di scrittura
ed esaminano gli occhielli all’indietro delle pi
e le croci delle ti.
Mio fratello è con loro, ve l’ho detto?
Sua moglie è russa e lui
continua a chiedermi di riempire i moduli.
Ce l’ho scritto nel mio diario.
Ascoltate …
ascoltate
dovete ascoltare:
bisogna che ascoltiate.
Sotto la pioggia, alla fermata dell’autobus,
corvi neri con ombrelli neri
fingono di guardare l’orologio, ma
non sta piovendo. I loro occhi sono dollari d’argento.
Alcuni sono studiosi al soldo dell’FBI
i più sono gli stranieri che vagano
per le nostre strade. Li ho giocati.
Sono sceso dall’autobus all’angolo tra la 25esima e la Lex
dove un tassista mi sorvegliava da sopra il suo giornale.
Nella stanza sopra di me una vecchia
ha applicato una ventosa elettrica al pavimento.
Invia raggi attraverso il mio lampadario
e ora io scrivo al buio
alla luce dell’insegna del bar.
Vi ho detto che io so.
Mi hanno mandato un cane con macchie marrone
e una radio nel naso.
L’ho annegato nel lavandino e l’ho trascritto
nella cartella GAMMA.
Non guardo più nella cassetta della corrispondenza.
I biglietti d’auguri sono lettere-bomba.
(Indietro! Dico a te, dannazione!
Indietro, conosco persone alte!
Ti dico che conosco persone molto alte!)
Alla tavola calda hanno pavimenti parlanti
e la cameriera dice che era sale ma io riconosco l’arsenico
quando me lo mettono davanti. E il sapore giallo di senape
per nascondere l’odore amaro delle mandorle.
Ho visto luci, luci strane in cielo.
Ieri notte un uomo scuro senza faccia ha strisciato per nove miglia
di fogne per emergere nel mio water, ascoltare
le telefonate attraverso il legno scadente
con orecchie cromate.
Guarda che io sento
Ho visto le impronte fangose delle sue mani
sulla porcellana.
Non rispondo più al telefono,
ve l’ho detto?
Vogliono allagare la terra di fango,
tramano irruzioni.
 
Hanno medici
fautori di stravaganti posizioni sessuali.
Fabbricano lassativi che danno dipendenza.
E supposte che bruciano.
Sanno come spegnere il sole
con le cerbottane.
 
Mi riempio di ghiaccio… ve l’ho detto?
 
Svia i telescopi a raggi infrarossi.
Conosco nenie e porto amuleti.
Voi credete di avermi preso ma io vi posso distruggere
 
Da un momento all’altro.
 
Da un momento all’altro.
 
Vuoi del caffè amore?
 
Ti ho detto che non posso più uscire?
C’è un uomo alla porta
con l’impermeabile.

La madre, Gianfranco Ferroni.

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Autore:   Gianfranco Ferroni

Titolo dell’opera:   Mia Madre – 1958

Tecnica:   Olio su tela

Dimensioni:   120 cm x 60 cm

Ubicazione attuale:   Montrasio Arte, Monza.





Ferroni ha ancora negli occhi e nella mano (artisticamente parlando) gli orrori e le sofferenze della guerra a poco più di dieci anni dalla sua conclusione, e trasmette l’angoscia e la paura sulla tela.

Il malessere si evidenzia nell’immagine della madre che appare sbiadita, allungata, quasi stiracchiata come se l’intento del pittore fosse quello di trattenerne il ricordo.

La figura sembra il fantasma dell’umanità che viene risucchiato delle tenebre del male rappresentate dallo sfondo indistinto ma che con alcune linee (solo apparentemente casuali) disegna un percorso che conduce in un abisso tormentato alle spalle della donna.

I tratti irregolari, nervosi, si affiancano alle lame di luce che rendono ancor più angosciante la scena, un tentativo riuscito di ricordare l’assoluto significato di quella guerra (e di tutte le altre, molte tutt’ora in corso): la grande sconfitta dell’umanità.

La madre evidentemente rappresenta il massimo legame per qualsiasi individuo, veder svanire il punto di riferimento personale equivale alla perdita di dignità da parte del mondo intero.
 

Glossario dei termini tecnici, Antico, Classico.

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I termini "antico" e "classico" si riferiscono alle civiltà greca e romana e alle loro influenze sull'arte in generale e sulla pittura e scultura in particolare.

Per quanto i due aggettivi siano in gran parte intercambiabili, si parla di “antico” con riferimento ai reperti del mondo greco e romano, come monumenti e statue.

Il tema dell’antichità in questo senso è stato popolare soprattutto nella pittura del diciottesimo secolo (un esempio è Giovanni Paolo Pannini, nell'immagine "Panteon").
"Classico" suggerisce invece un collegamento di tipo prevalentemente stilistico dell'arte greca e romana. (sono un esempio Jacques-Louis David e H. Powers)


(Fonte : The art book)
 

La "giovinezza", René Magritte.

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Autore:   René Magritte

Titolo dell’opera:   Jeunesse (Giovinezza) – 1924

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 50,5 cm x 41 cm

Ubicazione attuale:   Berkeley Art Museum, Berkeley.





Il “futurismo” magrittiano, un modo poco ortodosso di approcciarsi ad un movimento conosciuto attraverso le riproduzioni più che per contatti diretti.

In quest’opera traspare un percorso che attraversa il cubismo e sfocia nell’astrattismo, ma non è esente dalle peculiarità del pensiero artistico di Magritte.

La poesia si respira ad ogni tratto, ogni pennellata ci trasmette una sensazione piacevole, solo la figura della giovane donna è riconoscibile, tutto il resto viene lasciato all’immaginazione e forse sono i tumultuosi pensieri della ragazza che ruotano vorticosamente attorno alla stessa.

Sensualità, fascino innocente e passione mistica, tutto ci appare chiaro e confuso allo stesso tempo, ma una cosa rimane impressa, un’aura di benessere che illumina la scena e che ci conduce per mano nei ricordi giovanili dove tutto appare possibile e affascinante.

L'invasione "colorata", Cheone (Cosimo Caiffa)

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Lo street arter italiano Cosimo Caiffa, conosciuto con il nome di Cheone, ha creato interessanti e divertenti murales che si possono osservare per le strade di Milano.

Cheone ha al suo attivo numerosi dipinti murali, molti dei quali autentiche opere d’arte.

Nelle immagini che seguono voglio mostrarvi i grandi murales che interagiscono con il paesaggio cittadino e con i passanti, eseguiti con estremo realismo invadono la strada impossessandosi della stessa e dando l’impressione di cercare il contatto con chi si trova a passare da quelle parti.

Dalla figura da “cartoon” che rovescia il colore, alla ragazza che con una cannuccia cerca di recuperare una non identificata bevanda rovesciata sotto il marciapiede. Situazioni divertenti e paradossali eseguite in modo impeccabile.

Nel murales che vede l’uomo scrivere sul selciato notiamo ai quattro angoli dell’opera la firma di Cheone, forse un modo di dirci che il protagonista del dipinto è l’autoritratto dell’artista stesso.






 

 

Il volto dell'America durante la grande depressione, Dorothea Lange.

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Dorothea Lange ha fatto conoscere l’America agli americani, “raccontando” la vita reale dei periodi più difficili, più intensi e più veri dei primi anni del novecento.
Si è dedicata all’immigrazione, ha messo l’accento sulla vita di stenti e dolori (fisici e psicologici) delle popolazioni di colore degli stati del sud. Ha raccontato dell’ingresso degli immigrati asiatici nei territori del “sogno americano”.
Ha illustrato il periodo difficile, e mai raccontato veramente, della grande depressione.
Ed è proprio alla grande depressione che sono dedicate queste immagini, per meglio dire sono dedicate a tutti quegli uomini e donne, che hanno subito quel periodo storico.
Pubblico alcuni di quegli scatti lasciando che sia l’emozione ha “raccontarli”, senza un ordine preciso come una carrellata su uno squarcio di intensa umanità.















 
 

Glossario dei termini tecnici. Astratto.

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Piet Mondrian - Composition C
Aggettivo applicabile in generale a qualsiasi prodotto o forma d’arte che non cerchi di rappresentare il mondo esterno.

Più in particolare si riferisce alle correnti artistiche del ventesimo secolo in cui viene abbandonata l’idea dell’arte come imitazione della natura.
Wassilj Kandinskij - Composition VIII

Si va oltre l’immagine definita, si segue l’idea di una fusione di luci e ombre, linee e macchie di colore, forme geometriche all’apparenza casuali.

(Fonte : The art book)

Intima "Annunciazione". Antonello da Messina (Antonio di Giovanni de Antonio)

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Autore:   Antonello da Messina (Antonio di Giovanni de Antonio)

Titolo dell’opera: Annunciata di Palermo – 1476

Tecnica: Olio su tavola

Dimensioni: 46 cm x 34 cm

Ubicazione attuale:  Galleria regionale di palazzo Gabatellis, Palermo.
 
 
 
 


L’immagine racconta un preciso momento, ferma il tempo nell’istante in cui vi è l’apparizione di un personaggio del quale scopriamo l’identità grazie al titolo del dipinto.

Maria, concentrata (fino a poco prima) nella lettura, distoglie lo sguardo dal libro solo per frenare l’intrusione, con il gesto della mano sembra chiedere all’interlocutore di attendere.

L’espressione della Vergine non è di sorpresa, anzi, come se la venuta dell’angelo fosse attesa e la giovane donna cercasse di prendersi ancora un po’ di tempo.

La figura è di trequarti, come se il punto di osservazione fosse quello dell’arcangelo Gabriele, ma allo stesso tempo è il fascio di luce che ci porta a pensare che la creatura celeste sia più laterale rispetto al nostro punto di “visione”, il bagliore deriva direttamente dall’emissario divino, che annuncia la sua presenza e infonde nella giovane l’essenza spirituale e la grazia assoluta.

Da sottolineare la bellezza del manto che fa da cornice ai perfetti e incantevoli lineamenti del viso, che catturano l’occhio di chi osserva l’opera già al primo sguardo. Lo sfondo totalmente nero concentra l’attenzione esclusivamente sulla protagonista.


Oltre l'autunno, Vasilij Kandinnskij.

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Autore:   Vasilij Kandinnskij

Titolo dell’opera: Autunno – 1912

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 34 cm x 40 cm

Ubicazione attuale:  Phillips Collection, Washington.
 
 

 
 
 

Uno dei (molti) capolavori della Phillips Collection, quest’opera ci presenta un Kandinskij non ancora del tutto “astratto”.
Il panorama “ritratto” con tinte pastello, dove le sagome sono contraddistinte da un contorno ben delineato.
Si nota chiaramente la passeggiata in riva ad un corso d’acqua probabilmente un piccolo lago, dove si impongono le forti strutture degli alberi.
Una costruzione, quasi certamente una chiesa, svetta in secondo piano, e tutta la scena appare riflessa nello specchio d’acqua.
La linea ondulata che costeggia il lago sembra un riparo, una sorta di ringhiera, che trasmette però la sensazione di approssimazione, quasi una provvisoria protezione che lascia la libertà di poter spaziare, fisicamente e mentalmente su tutto l’arco artistico del dipinto.
L’emozione sensoriale accresce incredibilmente ad ogni secondo di osservazione, più ci si concentra sull’opera più si aprono scenari diversi.
Quello che al primo sguardo sembra un quadro semi-astratto, con il passare del tempo appare un chiaro scenario paesaggistico. Poche, forti ed intense pennellate “costruiscono” la trama di una serena e tranquilla giornata autunnale passata a percorrere le rive di un ideale specchio d'acqua, che può rappresentare nello stesso tempo la vastità dei nostri pensieri che si riflettono (e meditano) su se stessi.


L'ultimo ritratto, Annie Leibovitz.

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“Hai catturato esattamente il nostro rapporto”.

Questa la reazione di John Lennon e Yoko Ono immediatamente dopo lo scatto di Annie Liebovitz.

 
 
La fotografa americana aveva chiesto che anche Yoko posasse senza veli ma la donna disse di non sentirsi a suo agio, al massimo avrebbe potuto spogliarsi della parte superiore.

La Leibovitz a quel punto ha l’intuizione che trasforma questa fotografia in uno scatto epocale, la scena è audace e romantica, l’espressione sorprendente che trasmette la passione e l’adorazione che provano l’uno per l’altra.

Questo è stato l’ultimo “ritratto” di Lennon, infatti poche ore dopo John viene ucciso davanti alla propria abitazione. 
 
Nel gennaio successivo la fotografia appare sulla copertina della rivista Rolling Stone per commemorare l’artista scomparso.

Nel 2005 viene votata come la miglior copertina degli ultimi 40 anni.
 

Glossario dei termini tecnici, il Chiaroscuro.

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Indica il gioco di luci e ombre, particolarmente quando sono in forte contrasto.

http://discpellegrina.blogspot.it/search/label/CaravaggioCaravaggio e Rembrandt sono famosi per gli effetti spettacolari che hanno ottenuto con l’uso di questa tecnica, popolare soprattutto nel diciassettesimo secolo.

Mentre i sopracitati artisti “creavano” il gioco di luci rappresentando il fascio luminoso che scaturiva dall’esterno dell’opera stessa, altri, come Georges De La Tour o Gerrit van Honthorst (nell’immagine The Matchmaker), inserivano la fonte luminosa all’interno del dipinto.

(Fonte : The art book)

Paesaggi lombardi, Bernardo Bellotto.

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Bernardo Bellotto è l’esempio di come l’influenza dei grandi pittori, unita al talento e alla volontà di migliorarsi costantemente, produce un immagine artistica che rimane impressa nel tempo.
La formazione del giovane artista inizia alle dipendenze di Canaletto, zio di Bellotto da parte di madre. L’influenza del maestro veneziano si nota immediatamente, Bellotto si esercita nella pittura di veduta vivacizzata da piccoli ma significanti particolari.

Sempre sotto la guida di Canaletto il giovane pittore compie molti viaggi in Italia, a soli 18 anni visita il Veneto, la Lombardia, poi tocca a Roma, Firenze e Torino.

Ogni luogo è fonte di ispirazione e di questi luoghi ha lasciato immagini memorabili, dimostrando la grande capacità di cogliere gli aspetti naturali del paesaggio, le strutture architettoniche, differenti in ogni luogo, ma soprattutto ha immortalato la presenza vitale, ricreandone la luce e gli effetti che la stessa ha sulle città e sulle campagne.
Le due “vedute” che propongo sono datate 1744, opere che un giovane Bellotto (all’epoca ha 23 anni) realizza durante un viaggio in Lombardia.


Veduta con villa Melzi d’Eril – 1744 – olio su tela – Pinacoteca di Brera, Milano

Il sole è si sta già dirigendo verso l’orizzonte,  il fascio di luce illumina le due costruzioni che paiono le protagoniste dell’opera, il titolo ci racconta della villa che sorge sopra la piccola altura e che si trova, con il carro alla destra, al centro del dipinto, ma è la vecchia casa in primo piano che cattura l’attenzione, forse per mostrarci le differenze di classe nella vita dell’epoca.


La maestosità del quadro è comunque dovuta alla profondità, dietro alle due abitazioni notiamo uno scorcio delle rive del lago Maggiore e l’imponete catena alpina su cui spicca il massiccio del Monte Rosa.

 
 

Veduta della Gazzada – 1744 – olio su tela – Pinacoteca di Brera, Milano.
Il piccolo borgo rurale è un’autentica perla nel mondo della pittura del 700 e forse di sempre.
I colori tenui delle case, la “cromatica” dimessa delle tegole che fanno da riparo a tutta la comunità, danno un senso poetico all’insieme.
Il vento piega gli alberi i cui colori ci ricordano l’arrivo dell’autunno, ma l’angolo in basso a destra ci racconta altro, i panni stesi non sembrano toccati dalle folate di vento e la luce lascia ancora piccoli spiragli di fine estate.
Il campanile sembra la porta d’uscita del piccolo centro, infatti alle spalle del paese troviamo una collina coperta di alberi, in lontananza altre abitazioni e sullo sfondo, imponenti, le alpi.

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