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Alba domenicale, Angelo Morbelli.

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Autore:   Angelo Morbelli

Titolo dell’opera:  Alba domenicale – 1890

Tecnica:  Olio su tela

Ubicazione attuale:  Collezione privata.





Riscoperto negli ultimi anni del novecento Morbelli trova finalmente posto fra i più importanti artisti italiani del periodo che va dalla fine dell’ottocento ai primi decenni del secolo successivo.

L’artista piemontese (nato ad Alessandria) va oltre l’utilizzo dei simboli o alla pietà rappresentata in modo poetico, la sua pittura va dritta al sodo, senza fronzoli, racconta la vita quotidiana della gente comune negli anni dell’Italia postunitaria.

Si fa interprete della crescente attenzione verso i temi sociali e, soprattutto umani, di quel periodo, dando spazio in particolare alla denuncia dello sfruttamento dei lavoratori impegnati nei campi e nelle risaie e al disagio fisico e morale degli anziani.

In quest’opera però Morbelli, pur continuando a raccontare la vita dei “vecchi”, ritaglia uno spaccato meno triste e, almeno all’apparenza, più leggero.

Alcune persone di campagna dall’evidente età avanzata, affrettano il passo per andare ad assistere alla Messa, mentre la luce del sole di una mattina domenicale copre tutto il paesaggio creando un’aura di gioiosa letizia.

Le difficoltà non mancano, possiamo pensare ad una lunga camminata verso la chiesa se pensiamo che i contadini debbano raggiungere il paese che appare lontano sullo sfondo.

Quasi sicuramente la Messa sarà celebrata in una chiesetta situata fuori dal centro ma questo interrogativo resta e ci fa capire quanti siano gli sforzi che le donne e gli uomini di quei luoghi e di quel tempo dovevano affrontare quotidianamente per svolgere anche le più elementari azioni di tutti i giorni.

Possiamo però osservare il dipinto anche in un altro modo, ammirare una poetica passeggiata rischiarata dalla solare luce mattutina, gli alberi e gli arbusti, le cui chiome si colorano di un oro intenso, riflettono il prezioso chiarore su tutto il quadro.

Oltre la strada si estendono piccoli boschetti, prati e campi, fino al centro abitato in lontananza, la collina degrada a destra scendendo alla ricerca di un contatto con la bianca stradina di campagna, un piccolo tentativo di andare incontro agli anziani viandanti.

Breve descrizione dei movimenti artistici, il Rococò.

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Il Rococò nasce come stile ornamentale, o più precisamente come evoluzione artistica del tardo Barocco, inizialmente si sviluppa in Francia nel 1700 e si diffonde nel resto d’Europa nel secolo successivo.

Il nome di questa corrente stilistica deriva da rocaille, che indica le rocce artificiali utilizzate per le decorazioni di grotte e fontane.

Stile utilizzato soprattutto per la decorazione di interni, le principali caratteristiche del rococò sono l’eleganza, il fascino e la giocosità sottolineati con i colori pastello.

I soggetti preferiti sono spesso i piacevoli passatempi dell’aristocrazia del tempo e la “narrazione” di audaci temi amorosi.

Non mancano certo ritratti di personaggi influenti, che vengono rappresentati circondati da grande sfarzo e allegria e dipinti che raccontano scene storiche e mitologiche (nell’immagine: La giustizia e la pace – Corrado Giaquinto).

Fra gli esponenti più noti ci sono sicuramente: Amigoni, Boucher e Fragonard.

Le tre età dell'uomo, Hans Baldung.

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Autore:  Hans Baldung

Titolo dell’opera:  Le tre età dell’uomo e la morte – 1539

Tecnica: Olio su tavola

Dimensioni: 151 cm x 61 cm

Ubicazione attuale:  Museo Del Prado, Madrid.
 
 


 
Macabra e tetra allegoria delle diverse età dell’uomo e del suo inesorabile destino.

Il bambino che dorme a terra rappresenta l’infanzia, la giovinezza ha le fattezze di una ragazza, mentre una donna anziana smunta e dall’espressione truce simboleggia la vecchiaia. Uno scheletro beffardo che impugna una clessidra impersona il destino a cui è indirizzata l’umanità.

La scena però non racconta la vita umana che affronta dolori e gioie nel proprio percorso, tutto il dipinto ci conduce in un mondo fatto di patimenti e dolori, dove la morte sembra essere presente sin dai primi anni di vita.

Oltre ai colori che ammantano il tutto di angosciose sfumature, sono i particolari che colpiscono l’osservatore. In questo quadro non sembra esserci posto per sensazioni come l’allegria, la pace e la serenità, tutto è cupo tutto lascia presagire il peggio.

Il bambino addormentato è sdraiato in una posizione innaturale, in basso a sinistra si vede un gufo, che per alcune culture simboleggia la morte.

Oltre al viso deformato dall’ira e dal male della vecchia, scorgiamo la giovane donna che guarda seria e preoccupata verso di noi e nello stesso momento sembra trattenere le vesti che l’anziana donna vuole per se, quasi a volerne rubare la gioventù e la bellezza. Sul viso della giovane scorgiamo una lacrima, anche questo è un segno di sofferenze e tribolazioni.
Nel cielo il simbolo della croce osserva da lontano la scena mentre dalle nubi appare un astro pallido e senza forza apparente, che potrebbe rappresentare il divino in attesa di sapere se l'umanità è pronta a salire o al contrario si lascerà cadere definitivamente.  Infatti ai piedi della morte si scorge una torre diroccata al cui interno si sprigiona il fuoco infernale, alcuni uomini vengono buttati tra le fiamme, trascinati a forza da figure demoniache. Il simbolo del male senza via del ritorno.

La desolazione si evidenzia anche con l’albero, o quello che ne resta, alle spalle dei protagonisti, mentre le crepe nel terreno ci ricordano l’assenza di vita nell’aridità della terra, la dove non c’è acqua non può esserci vita.
 
Davanti al bambino e al gufo si intravede l’inizio di un dirupo, di una voragine, a ricordarci che basta un passo sbagliato per cadere per sempre.

Baldung è attento ai particolari dei corpi raffigurati magistralmente, anche in quest’opera mette a frutto gli attenti studi dal vero del nudo.

Ispirato dal suo maestro Dürer, Baldung è stato un importante incisore e ha realizzato diversi disegni per vetrate e illustrazioni per i libri.

Come Boshfaceva parte di un gruppo di artisti che raccontavano il terrore e le sofferenze del proprio tempo con costruzioni metaforiche e fantastiche.

 

Il paesaggio o la propria rappresentazione, Richard Diebenkorn.

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Autore:   Richard Diebenkorn

Titolo dell’opera: Ocean park n. 67 – 1973

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 254 cm x 205,5 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata
 
 
 
 

L’azzurro del mare, il verde delle colline, la luce del sole e la profondità del cielo, Diebenkorn costruisce, con una sorta di griglia dalle precise linee geometriche, il paesaggio di Ocean Park in California.
L’illusione di spazio viene rappresentata dal taglio in diagonale di tre linee, si ha la sensazione di guardare attraverso una finestra ma ciò che si vede, che si percepisce è un insieme di colori il cui significato è parzialmente svelato dal titolo.
Il dipinto è praticamente una composizione astratta e lascia all’osservatore la possibilità di interpretare l’insieme cromatico e geometrico, l’artista americano si limita a lasciare una traccia, il titolo del quadro, che appartiene ad una serie, rimane l’unico indizio che ci conduce al paesaggio delle coste  del pacifico.
Lo spirito dell’opera è evidentemente simile al prodotto dell'espressionismo astratto, movimento popolare negli anni cinquanta del novecento, corrente che ha fortemente influenzato i lavori di Diebenkorn.
L’atmosfera di grande tranquillità e di profondo misticismo del quadro si ritrova spesso nelle opere degli espressionisti astratti e in particolare in Mark Rothko, insieme al quale Diebenkorn insegnò alla Califonian School of Fine Arts di San Francisco dal 1947 al 1950.

 

Breve descrizione dei movimenti artistici, il Romanticismo.

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Movimento artistico che ha il suo apice tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento e si espande velocemente dall’Europa agli Stati Uniti.

Difficile dare una definizione univoca al romanticismo, il fenomeno è così diversificato che comprende varie e differenti correnti.

I romantici danno spazio all’immaginazione, all’espressione dei sentimenti. Le opere di questi artisti raccontano l’amore, la paura, la desolazione e la malinconia. Si concentrano sulle emozioni umane poste davanti al vivere quotidiano, “narrano” del controverso sentimento umano nei confronti della morte, delle forze della natura, ma soprattutto spicca l’introspezione e il paragone che evidenzia l’infinita “piccolezza” umana di fronte all’universo.

Il movimento si spegne lentamente intorno alla metà del diciannovesimo secolo ma tendenze romantiche si riscontrano nelle opere di artisti del ventesimo secolo come l’espressionismo e il neoespressionismo.

Grandi artisti resi immortali da opere legate a questo movimento, oltre a Friedrich(nell’immagine “Due uomini al sorgere della luna”) e Turner, forse gli esponenti più in vista, ricordiamo: Martin, Etty, Goya, Constable, Allston e Gericault.


(Alcune nozioni del testo sono tratte da : The art book)


 
 
 
 

Il viaggio onirico. Venere addormentata, Paul Delvaux.

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Autore:   Paul Delvaux

Titolo dell’opera: Venere addormentata – 1944

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 173 cm x 199 cm

Ubicazione attuale:  Tate Gallery, Londra.
 


La luna illumina una città silenziosa e immersa in una dimensione onirica, Venere giace addormentata vegliata da uno scheletro e da un manichino d’alta sartoria, sulla destra l’unica figura che pare abbia vita e che sembra chiedere attenzione o in qualche modo richiama al risveglio la città stessa.
Venere giace completamente nuda di fronte allo scheletro, le gambe leggermente divaricate quasi a sognare la seduzione della morte. E’ questa controversa combinazione tra la bellezza femminile nel pieno della passione e del desiderio e l’orrore della morte a suscitare inquietanti sensazioni.
Alcune figure sullo sfondo sembrano immobilizzate nella disperazione di voler uscire da quello che si palesa come un incubo.
I palazzi con le imponenti colonne aumentano l’angoscia, il colonnato a sinistra è fortemente illuminato ma della luna si vede solo una piccola falce, la luce arriva da un’altra fonte, ma da dove? Dall’alto un cono luminoso ammanta la Venere addormentata, la luce è più tenue. Luci divine o presagi infausti?
A fare da cornice a questo mondo solitario e abbandonato vi è la catena di monti in lontananza, un muro che blocca qualsiasi tentativo di risveglio.
E’ un genere di rappresentazione caro ai surrealisti che dipingevano meravigliose immagini ispirate al subconscio e ai sogni in generale.
Delvaux arriva al surrealismo dopo essersi misurato con l’espressionismo e l’impressionismo, che incontra quando quest’ultimo ha già superato il suo momento di maggiore intensità.
Diventato famoso dopo la fine della seconda guerra mondiale Delvaux visita l’Italia nel 1939 e rimane affascinato dalle architetture di epoca romana, influenza che spicca in questo dipinto.

Il ratto di Prosperina, Gian Lorenzo Bernini.

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Gian Lorenzo Bernini realizza questa favolosa opera all’età di 23 anni (tra il 1621 e il 1622) il Ratto di Prosperina è un lavoro commissionato dal cardinale Scipione Borghese suo primo mecenate per il quale aveva realizzato, qualche anno prima, il gruppo Enea e Anchise.

Ispirato al mito classico di Ovidio nelle Metamorfosi, è legato al ciclo delle stagioni. (in passato ho trattato il tema nella versione greca, Alla ricerca di Persefone).

Bernini racconta l’episodio al suo apice, Plutone padroneggia la scena in modo brutale, afferra Prosperina per la vita e la strappa al suo mondo.

Il viso della ninfa trasmette, vividi, i sentimenti di disperazione e paura ed è solcato da calde lacrime, cerca in ogni modo, anche se inutilmente, di sottrarsi alla violenza del dio che le ha strappato le vesti, ai piedi della coppia osserva la scena Cerbero, il cane-guardiano degli inferi.

L’abilità di Bernini nel modellare la materia si unisce alla capacità di “creare” scene con una forte componente teatrale, queste proprietà artistiche fuse tra loro permettono allo scultore di realizzare un autentico capolavoro.

L’osservatore è meravigliato e coinvolto emotivamente. I corpi dei protagonisti sono definiti con maestria ed estremo realismo, tutt’altro che comune soprattutto nella scultura.

La possente fisicità di Plutone è evidenziata dal gesto naturale senza apparente fatica di sollevare la giovane che fa il possibile per divincolarsi dalle braccia del rapitore.

Ma sono i particolari del corpo di Prosperina che ci  affascinano, il corpo in torsione, le braccia sollevate nel tentativo di aggrapparsi ad un ultima speranza di salvezza.

Voglio sottolineare un ultimo particolare, la forti mani di Plutone afferrano i fianchi della ninfa, qui si esprime l’incredibile talento dell’artista, le dita afferrano la giovane e la materia si trasforma, non si tratta più di una scultura marmorea ma di due corpi in carne ed ossa, come se la scena avvenisse sotto i nostri occhi.

Possiamo notare quanto sia affinato lo studio dei corpi in movimento e quale sia la qualità nel dare vita ai personaggi.

 

Breve descrizione dei movimenti artistici, Scuola di Barbizon.

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Dai primi anni dell’ottocento a metà dello stesso secolo, un piccolo villaggio ad una cinquantina di chilometri da Parigi diviene meta di molti artisti francesi.

Il piccolo centro si chiama Barbizon e si trova nei pressi della foresta di Fontainebleau. Distanti dalle tentazioni e dalle influenze della vita cittadina, gli artisti possono portarsi il cavalletto e fra gli alberi e l’erba della campagna dipingere all’aria aperta.

I soggetti preferiti sono i dolci paesaggi del luogo e la gente che lavora nei campi, dipinti con molta attenzione e con particolare attenzione agli effetti della luce sull’ambiente circostante.

Molti pittori della scuola di Barbizon sono stati dimenticati e molte scoperte dovute a loro sono state attribuite agli impressionisti che ne hanno sviluppato le tecniche innovative.

Alcuni artisti comunque hanno lasciato un segno indelebile, ricordiamo: Corot (nell’immagine, Il ponte di Mantes) Courbet, Daubigny, Miller e T. Rousseau.

(Le nozioni del testo sono tratte da : The art book)
 
 
 

Il prezzo della civiltà industriale. Ritorno dalla fabrica, L.S. Lowry.

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Autore:   L.S. (Lawrence Stephen) Lowry

Titolo dell’opera: Ritorno dalla fabbrica – 1930

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 42 cm x 52 cm

Ubicazione attuale:  Salford Museun and Art Gallery, Salford.
 
 
 

Una folla di operai abbandona il posto di lavoro, mestamente lascia la fabbrica e s’incammina sparpagliandosi in direzioni diverse alla ricerca di un’oasi per riposare dalle fatiche (fisiche e psichiche) della giornata.

La scena è ambientata a Salford, una cittadina inglese a pochi chilometri da Manchester. Lowry si ispira ai dark satanic mills  (cupi satanici opifici) nominati dal poeta William Blake con trasporto e simpatia. Ma il pittore non sembra altrettanto entusiasta, le tristi figure, che lui chiama gente fiammifero, non sembrano trasmettere ne gioia ne entusiasmo, anzi se ne tornano a casa chine sotto il peso di una stanchezza soprattutto mentale.

L’opera ci racconta della “vita” industriale dei primi anni del novecento nell’Inghilterra settentrionale, l’espansione delle fabbriche con annessi gli alloggi per gli operai. Zona ricca di cotonifici e file indistinte di case che ai giorni nostri sono relegati alla sfera dei ricordi.

I colori tenui dei personaggi e dei palazzi in primo piano addirittura scompaiono nelle costruzioni sullo sfondo, quasi che il  fumo nerastro che esce dalle ciminiere cancelli ogni sfumatura, lasciando il grigio dell’insalubre aria che avvolge la zona industriale.

In primo piano vediamo un prato con dei bambini, è l’unico scorcio che fa trasparire un accenno di vita sana all’aria aperta, un muro e una staccionata dividono la piccola striscia d’erba dalla strada trafficata dal via vai degli operai e da un unico mezzo di trasporto trainato da un cavallo.

Poco più in la iniziano le costruzioni, le prime sono di un lieve rosso, giallo e arancione ma tutto si ingrigisce filtrato dall’inquinamento che questa grande novità lavorativa ha portato con se.

Infatti se in basso vediamo un prato (vagamente) verde, salendo con lo sguardo arriviamo al nero del fumo, un percorso che ci indica qual è il prezzo da pagare con l’avanzare della civiltà industriale.

Lo stile di Lowry rimane grezzo ed assolutamente personale, i contemporanei non hanno praticamente nessuna influenza sulla sua pittura. Lavora come un comune impiagato per tutta la vita dedicandosi all’arte nel tempo libero.

Scoperto nel 1939 all’età di 52 anni riesce ad allestire la sua prima mostra personale subito dopo.

Il dolore nascosto. Edgar Lee Master.

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 Spoon River vista dal fotografo William Willinghton
Nell’immenso mondo fatto di contrastanti sensazioni ed emozioni qual è l’Antologia di Spoon River del poeta americano Edgar Lee Master ho voluto estrarre questo passo.

Andando oltre quello che è in effetti la struttura della sua ”Antologia” (ha voluto raccontare il pensiero e la vita di personaggi reali sotto forma di epitaffio, come se quelle ultime parole si presentassero in veste di testamento spirituale, perché solo nell'istante della dipartita l’uomo riesce ad esprimere ciò che pensa senza limiti e censure.

Staccandomi dal contesto vorrei proporre questa poesia e “viverla” per quello che ci trasmette.



Eugenia Todd

Nessuno di voi, passanti,

ha mai sofferto per un dente che sia un tormento continuo?

O una fitta nel fianco che non se ne vuole andare?

O un’escrescenza maligna che si gonfia sempre più?

In modo che anche nel sonno più profondo vi resta l’oscura coscienza o l’ombra del pensiero del dente, del fianco, del tumore?

Così un amore contrastato o un’ambizione frustrata o un errore che vi abbia sconvolto l’esistenza, irreparabilmente fino all’ultimo, come un dente o una fitta nel fianco, spunteranno nei sogni del vostro ultimo sonno finche la piena liberazione della sfera terrestre vi giunga come a chi si ridesti guarito e allegro al mattino!





La visione naturale dell’essere umano che considera maggiormente il dolore fisico, comprendendo gli stenti e le sofferenze altrui dimenticando o sottovalutando gli stessi, se non più intensi, dolori provati da chi è afflitto da pene psicologiche. Ci richiama alla sensibilità nel saper riconoscere e, giustamente considerare, i mali oscuri che affliggono la mente e lo spirito.


Breve descrizione dei movimenti artistici. Il Simbolismo.

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Movimento pittorico e letterario nato alla fine dell’ottocento in Francia.
Nonostante accenni all’arte simbolista si erano visti anche prima, la data ufficiale della nascita del Simbolismo è il 18 settembre 1886, in quel giorno il quotidiano Le Figaro pubblica il Manifesto del simbolismo firmato dal poeta Jean Morèas.
Caratteristica principale dei simbolisti è il rifiuto del realismo, sono convinti che la pittura in particolare e l’arte in generale debbano comunicare stati d’animo e idee piuttosto che descrivere il mondo visibile raccontato per come lo si osserva quotidianamente.

Lo stile varia da una serietà stilizzata ad una ricchezza minuziosa ma il filo conduttore è l’intento comune di rappresentare il senso di un mondo ultraterreno.

I temi preferiti sono i soggetti di carattere religioso o mitologico, in particolare l’erotismo, la morte e il peccato.

Nella letteratura uno dei protagonisti è C. Baudelaider che ha influenzato l’opera di scrittori come Verlaine, Mallarmè e Rimbaud.

Nella pittura i protagonisti sono molti, i più vicini al movimento sono senz’altro Redon (nell’immagine: Cristo in silenzio) e Moreau.

Altri artisti che possiamo ricordare: Segantini, Puvis de Chavannes, Bonnard, Bernard, Bocklin e Daras (solo per citarne alcuni).


(Alcune nozioni del testo sono tratte da : The art book)
 
 
 
 

Viaggio nel tempo. Nicholas Nixon.

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Nicholas Nixon nell’agosto del 1974 decide di scattare quella che è una semplice foto di famiglia, ritrae la moglie con le tre sorelle, ma tutto finisce li. L’occasione si ripropone l’anno seguente e al fotografo di Detroit viene un’idea che dopo molti anni risulta geniale: fotografare le quattro donne ogni anno, posizionate sempre nello stesso ordine.
Nicholas Nixon
Il risultato è tanto ovvio quanto affascinante, un viaggio nella vita delle sorelle Brown, un volo che ci permette di ammirarne i mutamenti, di apprendere dai loro volti lo scorrere del tempo che porta con se l’accumulo di esperienze, le stesse esperienze che contribuiscono a modellare il carattere e la personalità, segnali che traspaiono da questi favolosi ritratti.

Le sorelle Brown sono da sinistra: Heather (all’epoca del primo scatto aveva 23 anni) Mimi (15), Bebe (25, moglie del fotografo) e Laurie (21).

Nixon ha subito escluso lo scatto del 1974 e ha “pubblicato” le immagini a partire dall’anno successivo, nel 2014 ritiene esaurito questo favoloso percorso dicendo che: “dopo quarant’anni il viaggio volge al termine e sento che non c’è più nulla da dire”.

Nella fotografia del 2014 vediamo le quattro sorelle abbracciate come mai si erano viste negli anni precedenti, come a sancire una definitiva unione.

A seguire vi propongo gli scatti in ordine cronologico e a chiudere un video (da Youtube) che presenta le fotografie in sequenza dal 1975 al 2010, con in sottofondo il brano dei The Connels “ Seventy four seventy five”.






1975

 
1976
1977
1978

 

1979
 


1980


1981


1982


1983
 
1984

1985


1986


1987

1988


1989


1990


1991


1992



1993



1994


1995

 

1996
 
1997


1998


1999


2000
2001


2002


2003


2004


2005
 

2006

 

2007

 

2008

 

2009

 

2010
2011


2012


2013


2014
 


Mito, storia e studio della prospettiva, l'abilità di Lawrence Alma-Tadema.

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Autore:   Lawrence Alma-Tadema

Titolo dell’opera: Un buon punto d’osservazione – 1895

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 64 cm x 45 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata




Affacciate ad un terrazzo, tre giovani donne romane osservano l’arrivo di alcune imbarcazioni, verosimilmente delle galee.

Questo dipinto riesce mirabilmente a comunicare un senso di altezza e trasmette con estremo realismo il calore del sole.

I dettagliati particolari delle vesti, la statua in bronzo che raffigura un animale e il davanzale di marmo mostrano l’abilità e la padronanza di Alma-Tadema nel ricreare la scena con un favoloso realismo.

L’abilità del pittore si evidenzia anche nel complesso effetto prospettico, i gesti delle donne, il mare lontano ai piedi del terrazzo e le minuscole imbarcazioni mostrano l’altezza da cui le giovani osservano il panorama.

L’antica Roma, la Grecia classica e l’Egitto dei faraoni, temi molto ricercati in epoca vittoriana, sono i soggetti preferiti dal pittore di origini olandesi. Tematiche che venivano ricreate con competenza data la buona preparazione dell’artista nell’ambito storico-archeologico.

Autore anche di numerose scenografie teatrali, in particolare quella per il Coriolano di Shakespeare messo in scena da Henry Inrwing al Lyceum Theatre di Londra nel 1901.

Breve descrizione dei movimenti artistici, il Surrealismo.

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Siamo in Francia nel secondo decennio del novecento. Il principale teorico del movimento, André Breton, sostiene che lo scopo di questo modo di intendere l’arte è quello di risolvere le precedenti contraddizioni che nascono tra il sogno e la realtà.


Il gruppo riesce a raggiungere gli obbiettivi seguendo strade differenti con mezzi altrettanto diversi.

I pittori dipingono scene da incubo con realismo fotografico, immaginano sequenze di vita quotidiana raccontate senza la minima logica. Strane creature prendono forma dando vita ad oggetti di uso comune creando un ibrido tra l’umano e l’oggetto.

Seppure figurativi i quadri surrealisti rappresentano un mondo alternativo, dove al sogno immerso in una sensazione di pace e serenità si contrappone l’angosciosa ombra dell’incubo, che può variare dalla parvenza del mondo reale all’assoluta “visione” fantastica.

Molti i nomi illustri legati al movimento: Dalì, Delvaux, Gorky, Tangui, Mirò, Magritte, Matta, Kahlo, Ernst, Brauner e Bellmer.

Nell’immagine un esempio di surrealismo del ventunesimo secolo: “Fauna in la Mancha” di Vladimir Kush

(Alcune nozioni del testo sono tratte da : The art book)

Barche a vela, Lyonel Feininger

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Autore:   Lyonel Feininger

Titolo dell’opera: Barche a vela – 1929
 
Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 43 cm x 72 cm

Ubicazione attuale:  Detroit Institute of Arts, Detroit.





Triangoli di svariati colori ci ricordano una sfilata di barche a vela, le linee che tagliano obliquamente la tela creano un motivo ritmico che da una sensazione di spazio, movimento e velocità.

Lo sfondo può ricordare il cielo con tratti leggeri che riconducono ad un orizzonte che si addensa di nuvole.

Ma si può avere la sensazione che la “regata” si svolga all’interno di una grande stanza, le barche navigano attraversando un’enorme grotta le cui pareti sono illuminate dalla luce proveniente dall’apertura.

Il dipinto non è astratto ma lascia molto spazio all’immaginazione, l’opera si presta a molte interpretazioni anche se le figure delle barche a vela paiono molto riconoscibili.

Feininger statunitense di nascita (è nato a New York) ha costruito la propria arte in Europa, in particolare a Parigi dove espone molte opere e viene in contatto con il movimento cubista e con Robert Delaunay che ne influenza fortemente lo stile.

Nel 1913 espone con il gruppo Blaude Reiter, del quale fa parte Vasilij Kandinskij, il confronto con l’artista russo contribuisce all’arricchimento della tecnica di Feininger.

Solo pochi anni dopo approda alla scuola del Bauhaus, ma nel 1935 torna negli Stati Uniti in concomitanza con la chiusura della scuola da parte del regime nazista.

E’ molto interessato agli aspetti della modernità e delle sue immancabili novità artistiche, ma i suoi lavori preferiti sono soggetti architettonici e panorami marini, dove è evidente il continuo utilizzo di strutture geometriche.


Stesso brano, canzone diversa. Have You Ever Seen the Rain.

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Ripropongo a distanza di due anni (o poco più) questo post riveduto e corretto, con un'impaginazione e una struttura risistemate.
 
"Have You Ever Seen the Rain" non ha niente di clamoroso o eclatante da raccontare, o quanto meno non è sul brano in se che mi volevo soffermare, volevo invece concentrarel’attenzione sulle diverse versioni della canzone. Notare come un brano, arrangiato o eseguito in modo diverso, possaaccontentare gusti differenti pur mantenendo la stessa struttura.

La prima apparizione risale al 1970, ad eseguirla i Creedence Clearwater Revival un brano country rock seguito dall’interpretazione da solista di John Fogerty  in stile vagamente folck.

L’impatto più “rockeggiante” lo si deve all’intensa voce di Bonnie Tyler, la sua vocalità roca e pressante da alla canzone un impronta più dura pur mantenendo l’eleganza della stessa Tyler.

Rod Steward ne fa una versione romantica, cosi come il duo Willie e Paula
Nelson, padre e figlia creano un'atmosfera emozionante.
Joan Jett si avvicina di più alla versione originale, mentre Reginaldo  Rossi ne fa una versione dal sapore decisamente latino, togliendo gli spigoli del rock e sostituendoli con i ritmi sudamericani.

Altra "Musica” invece per la versione dei Ramones, gruppo statunitense Punk Rock dai ritmi forsennati.

Con questo voglio dire che basta una piccola modifica per cambiare totalmente una canzone e che le eventuali versioni hanno tutte diritto di essere considerate uniche, ho scelto questo brano ma potevo sceglierne altri, dai classici dei Beatles: Yesterday o  Let it be  eseguite in un numero illimitato di versioni, indietro fino ai grandi della musica classica che con il tempo si sono evoluti continuamente.
Ad ognuno dunque la sua interpretazione senza storcere il naso se la versione che piace ad altri non ci soddisfa appieno.


Nelle immagini dall'alto: Paula e Willie Nelson, Creedence Clearwater Revival, Bonnie Tyler, e Joan Jett.

A seguire i video di alcune versioni di  Have You Ever Seen the Rain.
Buon ascolto.
 
 

 

 
 
 
 

Breve descrizione dei movimenti artistici, il Vorticismo.

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Movimento d’avanguardia nato in Inghilterra nel 1914 da un’idea di Wyndham Lewis.

Il nome deriva da un’osservazione di Umberto Boccioni che sosteneva che tutta l’arte creativa emana da un vortice di emozioni.

Così come il futurismo, il vorticismo si basava su una stile deciso, spigoloso e fortemente dinamico sia nella scultura che nella pittura.

L’unico vero obbiettivo era quello di catturare il movimento, l’azione, raccontando la corsa culturale verso il progresso.

Il vorticismo non ha lunga vita, infatti non sopravvive alla Prima guerra mondiale, ma va ricordato come il primo movimento inglese che ci accompagna nella direzione dell’astrattismo.

Il naturale collegamento tra il vorticismo e l’arte astratta si nota nell’interpretazione di due grandi artisti come V. Kandinskij e F. Picabia.

Su tutti ricordiamo, oltre al fondatore W. Lewis, il pittore britannico David Bomberg (nel’immagine – Artificieri al lavoro)

(Alcune nozioni del testo sono tratte da : The art book)

L'eterna ricerca. La cura, Franco Battiato.

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Dal giorno della pubblicazione (1996 all’interno dell’album L’imboscata) questo brano  è diventato immediatamente un classico tra le canzoni d’amore, l’universo femminile lo indica come una  delle dichiarazioni “passionali” più riuscite.


Ma da appassionato di Battiatopenso che il testo di questa canzone vada più in la della pur magnifica “poesia” sull’amore terreno.

Quasi a rappresentare un logico seguito aE ti vengo a cercare” Battiato fa un ulteriore passo avanti, se con la prima canzone cercava una guida che lo accompagnasse in un percorso mistico superiore, con La cura ribalta i ruoli e si trasforma in “accompagnatore”, proteggendo l’iniziato nel percorso che lo porterà “al di sopra del bene e del male” (da E ti vengo a cercare).



E’ vero inizia con ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via,  dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai, molto “umano” una protezione quasi di un padre verso un figlio (anche se quel “dagli inganni del tuo tempo” evidenzia la differenza di livello spirituale tra la guida e l’allievo che aspira a seguirne le tracce) ma subito dopo arrivano le rivelazioni più elevate: supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare.


Difficile per chi conosce i testi dell’autore siciliano non immaginare un percorso sensoriale, altamente spirituale, infatti prosegue con : Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza, percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.  A spiazzare questa mia lettura vi è il passo “indietro”,  I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi, come a lasciare una vasta possibilità interpretativa.
L’apice di questa intensa “narrazione” si raggiunge con il bellissimo passo: Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto, conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Qui ritorno al concetto citato poco sopra, la guida indica il percorso, sottolinea di conoscere un “sapere” superiore e di essere disposto a condividerlo con chi desidera ambire ad una dimensione più elevata.
Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversanoil mare. Questo passaggio ci svela un momento di terreno smarrimento, mentre i sogni e i desideri si spingono oltre, quasi ad identificarsi in una fuga, attraversare il mare perraggiungere quello che si trova al di la di esso, un infinito peregrinare verso mete celesti dove si può incontrare l’essenza dell’universo e di conseguenza cercare di capire l’anima dell’infinito e di noi stessi.
E’ un’interpretazione strettamente personale, che trovo più prossima al pensiero mistico.
Ognuno di noi ne trae una lettura diversa che ha la stessa importanza e probabilità, forse se Battiato svelasse il proprio pensiero chiarirebbe alcuni quesiti, ma l’interpretazione soggettiva rimarrebbe il parametro più interessante.
 

Le ore del giorno, Caspar David Friedrich.

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Friedrich decide di raffigurare i momenti della giornata. L’idea di raccontare l’evolversi delle stagioni o il trascorrere delle ore è parte integrante della tradizione artistica occidentale.
Già nel 1807 Friedrich si era dedicato ad un insieme di dipinti che raccoglievano le Età dell’uomo, le parti del giorno e dell’anno, ma solo l’Estate (che si trova alla Neue Pinakothek di Monaco) è sopravvissuto alle devastazioni della seconda guerra mondiale.
Il “quartetto” d’opere viene realizzato in due momenti diversi, a cavallo tra il 1820 e il 1822, Friedrich dipinge Il mattino e La sera (1820-21) e solo l’anno successivo si aggiungono Il mezzogiorno e Il pomeriggio.

Ero indeciso se presentare i dipinti in ordine di realizzazione ma ho pensato che la serie sarebbe stata più lineare seguendo il trascorrere della giornata.
 


Il mattino 1820-21– olio su tela – cm. 22x30,5 – Niedersächsisches Landesmuseum, Hannover.

Le prime ore del giorno ci raccontano di un pescatore già impegnato nel suo lavoro, le nebbie mattutine che si sollevano dall’acqua nascondono parzialmente il paesaggio che si estende oltre la riva.

Dalla foschia spunta il tetto di una piccola abitazione e più in là si intravedono le cime dei grandi alberi che sono solo l’inizio di quello che sembra un grande bosco.

Quest’opera con le sue velature ci trasmette un senso di armonia, e silenziosa serenità, la stessa serenità che trasmette la casa sulla riva che sta a ricordarci gli affetti familiari dell’uomo impegnato sull’imbarcazione.
 
 
 
Il Mezzogiorno 1822 – olio su tela – cm. 20x30 - Niedersächsisches Landesmuseum, Hannover.
Il momento del giorno che prelude alla pausa del pranzo, in questo dipinto viene illustrata la vita campestre, in lontananza un uomo attraversa il grande spiazzo verde e si dirige verso la strada sterrata che spunta in primo piano e si allontana fino a scomparire nella selva in lontananza. La strada carrabile ha un significato preciso per i lavoratori dei campi, è il sentiero che riconduce a casa, al riposo e all’affetto dei propri cari.
La macchia di alberi in mezzo al prato aiuta l’osservatore a percepire le distanze, e anche in questo caso viene evidenziata l’atmosfera di grande quiete.
 
Il pomeriggio 1822 – olio su tela – cm. 22x31 - Niedersächsisches Landesmuseum, Hannover.
Anche in questo dipinto Friedrich racconta la vita contadina, i fiori selvatici in primo piano, i campi dove le messi devono ancora essere raccolte e la siepe che divide i campi stessi dalla stradina percorsa da un carretto trainato da un cavallo.
Siamo nel mezzo di un pomeriggio di lavoro ma i toni ed i colori utilizzati ci ricordano che la giornata si avvia al termine, gli ultimi sforzi prima del ritorno a casa.
 
 

La sera 1820-21 – olio su tela – cm. 22,3x31 - Niedersächsisches Landesmuseum, Hannover.
La fine della giornata è il momento del riposo, della riflessione ma anche della malinconia. E’ questa la parte della giornata più “raccontata" e celebrata dalla poetica artistica dei “romantici”.
Le due figure passeggiano silenziose tra gli alberi, il crepuscolo si avvicina ed è il momento dove i pensieri hanno il sopravvento e la nostalgia, spesso, copre con il suo manto il paesaggio e chi lo vive.

 

Glossario dei termini tecnici, Acquerello.

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Tecnica pittorica che usa i pigmenti legati da sostanze solubili in acqua, come la gomma arabica.

John Robert-Cozens - Golfo di Salerno
Il colore viene di solito diluito in modo da lasciar trasparire la superficie su cui si dipinge, in genere carta trattata con ammoniaca.

Le gradazioni tonali vengono ottenute sovrapponendo più strati di colore.

L’acquerello si presta bene alla creazione di effetti atmosferici e fu molto usato dai paesaggisti inglesi del diciottesimo e diciannovesimo secolo.

(Fonte : The art book)
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