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Channel: Arteggiando s'impara.
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L'eterna ricerca del "prima" e del "dopo" Emile Fabry

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Emile Fabry – L’uomo che contempla il suo destino, 1897 – Musee de Beaux-Art, Montreal

 

Questo dipinto, dalle sfumature intense e profonde, non può non riportarci a Munch e al suo viaggio interiore, la ricerca di se stessi condizionata dal tempo passato e futuro.

L’uomo, il cui busto è rivolto verso lo spettatore, sembra guardarsi indietro, da l’impressione di voler analizzare il proprio passato cercando le risposte nel tempo che deve ancora venire.

Se consideriamo il soggetto una sorta di autoritratto ci rendiamo conto che si tratta di una visione, una proiezione molto in là negli anni, Fabry infatti aveva 32 anni quando realizza il quadro, l’uomo raffigurato è evidentemente più vecchio, si tratta, come dice il titolo, di una raffigurazione di se stesso nel futuro? Il pittore belga morirà nel 1966 all’età di 101 anni …

L’anziana figura occupa la metà destra del quadro, la metà sinistra è lasciata ad uno scenario, (passato, presente o futuro) dove tutto sembra fluire costantemente, l’uomo e il flusso temporale sono uniti da una diagonale che fa da confine tra la terra e il cielo, le nuvole sembrano adeguarsi e scorrono inesorabilmente avvolgendo il capo del vecchio protagonista.

La profondità dello sguardo sembra cercare qualcosa che è, o va, oltre la tela, oltre l’orizzonte visivo a noi concesso, verso quello che sembra essere l’infinito.

Il tema della ricerca di sé non è certo una novità, non lo era allora e, a maggior ragione, non lo è oggi, da sempre l’uomo ricerca il proprio io avanti e indietro nel tempo, ma Fabry lo fa in un modo nuovo, proietta la propria immagine avanti nel tempo e si raffigura in là con gli anni ancora impegnato in questa missione.



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