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Channel: Arteggiando s'impara.
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Ai posteri l'ardua sentenza.

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S’intitola “Commedian” ed è esposta all’interno dell’importante fiera d’arte contemporanea “Art Basel Miami Beach”.

Naturalmente in molti avranno sentito parlare in questi giorni dell’ultima realizzazione di Maurizio Cattelan, una banana attaccata al muro con un pezzo di nastro adesivo argentato (definirlo grigio fa meno “artistico”).

C’è chi la definisce opera d’arte concettuale, chi un ritorno al ready-made duchampiano, chi una provocazione o una semplice boutade esibita per fare rumore e, perché no, smuovere un po’ di denaro.

Non sarò certo io a dare un giudizio, mi voglio solo soffermare sulla motivazione dello stesso artista che vuole invitare “il pubblico a riflettere sul concetto di valore delle opere d’arte, e soprattutto sul modo in cui noi diamo valore agli oggetti”.

Se il motivo di Cattelan è quello di smascherare il controverso mercato dell’arte e le sue contorte “visioni” indirizzate verso il facile e cospicuo guadagno, è difficile pensare che abbia centrato il punto riuscendo al tempo stesso ad essere credibile.

Non voglio denigrare la scelta, in fondo è un’idea che può avere un lato interessante ma che sa di “già visto”.

Oltre al già citato ready-made che ci porta indietro di un secolo abbondante, Cattelan propone il frutto che fece epoca con Andy Warhol e la copertina dell’album dei Velvet Underground nel, ormai lontano, 1967.

Naturalmente non possiamo dare un’interpretazione “artistica” basandoci su quanto hanno sborsato i collezionisti (120 mila dollari) ma possiamo cercare un significato più o meno nascosto.

Una cosa è certa, è presto per ogni conclusione, eviterei i facili entusiasmi e al contempo ogni accenno di stroncatura, anche in questo caso sarà il tempo a dare un giudizio più equilibrato, sempre che il frutto dell'amore resista fino ad allora.


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