“Perché, in concreto, l’arte è così importante per lo sviluppo emotivo, cognitivo e comportamentale di bambini e ragazzi?
I programmi
educativi tradizionali sono prevalentemente incentrati sulle “risposte
corrette” e sulle “regole”, mentre attraverso l’arte ci si allena ad esprimere
le proprie opinioni e i propri giudizi. L’arte sviluppa il senso critico,
permettendo fin da bambini di elaborare una prospettiva multipla che influenza
il modo di osservare e interpretare la realtà attraverso il coinvolgimento
dell’individuo in un processo del “come” e del “perché”. Inoltre, la fruizione
artistica sviluppa il libero giudizio, favorendo l’autonomia, intesa come
l’indipendenza emotiva dal giudizio degli altri.
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Attraverso
l’arte si possono sviluppare altre due abilità indispensabili per migliorare la
qualità della vita di bambini e ragazzi, ovvero il pensiero creativo e la
capacità di problem solving.
L’arte,
infatti, aiuta a comprendere che i problemi possono avere più di una soluzione
e che le soluzioni raramente sono fisse, ma cambiano in base alle circostanze e
alle opportunità.
L’arte educa
all’intelligenza emotiva, favorendo l’ascolto di se stessi e degli altri,
sviluppando l’empatia. Osservare e sentire un’opera d’arte, è, in un certo
senso, sentire noi stessi. Nell’arte ci si sposta da un atteggiamento di mera
osservazione esterna, al come ci si sente interiormente mentre si sta facendo
quella esperienza. Bambini e ragazzi imparano così ad ascoltare se stessi, le
proprie sensazioni e emozioni. E non solo. Attraverso l’ascolto di se stessi
imparano ad ascoltare l’altro, ad andare verso l’altro sviluppando un rapporto
di empatia.
Nell’incontro
con l’altro, la prospettiva dei ragazzi si amplia e si arricchisce e permette
loro di aprirsi verso cose che non conoscono o che sono lontane dalla loro
sfera abituale. Il linguaggio dell’arte, fatto di tempi e di forme emotive
proprie, ha, infatti, la capacità di colmare le lacune di lingue, culture e
generi, favorendo così l’integrazione e il superamento delle “diversità”.
Il semplice
guardare un’opera d’arte è un impegno che a sua volta diventa esperienza e che
entra a far parte integrante della costruzione dell’identità di bambini e
ragazzi. L’esperienza dell’arte è, dunque, un processo creativo che favorisce
l’attivazione e quindi il cambiamento. Attivazione e cambiamento che possono
svilupparsi, ad esempio, verso una maggiore consapevolezza e sensibilità alla
tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico-monumentale delle loro
città”.
(
Giusi Andolina - Maredolce.Com)
I
musei sono troppo “seriosi”? Si tratta di luoghi dove un bambino non può che
annoiarsi?
Là dove molti adulti vedono solo artefatti inanimati, “pitture” statiche o
incomprensibili, i bambini trovano un mondo fantastico dove tutto è possibile.
I
bambini hanno la naturale curiosità che permette di “entrare” nell’anima di
un’opera, hanno una visione di ciò che li circonda che va al di là di quello
che effettivamente vedono.
I
bambini in un museo acquisiscono un'abilità “visionaria”, elaborano una
crescita culturale dovuta alla capacità di esplorare, di investigare oltre le
apparenze.
Ma
per fare in modo che un bambino entri in un museo ci deve essere la “spinta”
dei genitori e degli insegnati (questi ultimi hanno bisogno comunque della
partecipazione attiva dei primi) e qui nasce il problema maggiore, sono ancora
troppi i genitori che reputano un museo “luogo serioso e noioso”.