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La morale, i moralismi e le derive culturali (e sociali)

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Fino a che punto può spingersi la libertà di espressione?

Tutti siamo d’accordo sul diritto di ognuno di sentirsi liberi nell’esprimere le proprie idee ma c’è un limite oltre il quale è meglio non spingersi?

Balthus (Balthasar Kłossowski de Rola) – Thérèse dreaming, 1938  Olio su tela cm 149,9 x 129,5 – Metropolitan Museum of Art, New York


Naturalmente ci si deve fermare nel momento in cui si va a danneggiare l’altro, ma quando si interviene andando contro i canoni “morali” altrui ci si deve fermare? E se è cosi (ad esempio si urtano le sensibilità religiose, ideali politici o convinzioni moraleggianti) non è l’altro che offende l’artista limitandone di fatto la libertà?

E’ il caso di Balthus e la sua “Thérèse dreaming” che qualche anno fa fu esposta al MET di New York.

Lo scandalo fu enorme al punto che un comitato ha raccolto le firme per farlo rimuovere e distruggere (in seguito è stata negata la richiesta di distruzione inserita inizialmente nel testo) con l’accusa al pittore, scomparso quasi 18 anni fa, di “promuovere la pedofilia”.

Ogni opinione è importante e va tenuta in considerazione ma è curioso che un dipinto del 1938 venga messo in discussione ottant’anni dopo.

Inoltre  dubito che un individuo “sano” di mente venga incoraggiato da un semplice dipinto a delinquere, è altrettanto vero che menti meno in salute possano farsi influenzare, ma è questo il caso?

Difficile tracciare i confini di dove ci si può spingere ma qual è il momento in cui si danneggia il “prossimo”?

Thérèse Blanchardvicina di casa del pittore, all’epoca del dipinto aveva all’incirca 12 anni, ha posato per altre opere di Balthus, dipinti che non hanno lesinato critiche in quanto decisamente provocatori.

Non si conoscono particolari che inducano a "pensare male" del pittore riguardo alla sua modella preferita, non ci sono denunce che possano dar vita a ricostruzioni più o meno arbitrarie (se non di chi ha visto il quadro decenni dopo) questo stronca sul nascere ogni insinuazione sul rapporto tra modella e il pittore.

Tralasciando i vari processi alle ipotetiche intenzioni ci dobbiamo concentrare su quello che il dipinto rappresenta, la narrazione va in una direzione che si spinge oltre il limite culturale, sociale e morale dell’osservatore, ci racconta, grazie al titolo, il sogno di una giovane adolescente, o meglio, ci mostra una giovane adolescente immersa nei propri sogni, quali siano non lo sappiamo (se non fosse per il titolo potremmo vedere semplicemente una ragazza che si rilassa al sole, la postura poco elegante ci spinge a pensare ad una provocazione ma questo è frutto dei nostri canoni morali) non ci sono indicazioni in merito se non quelle che il nostro modo di pensare ci impone.

A questo punto la domanda iniziale diviene ancor più complessa, o perlomeno è complesso dare una risposta, risposta che in qualche modo ha dato il museo stesso, non solo l’opera non è stata distrutta, come chiedeva il comitato, ma il dipinto resterà al suo posto.

La censura non ha mai portato alcun beneficio, semmai, al contrario, ha impedito quella crescita del pensiero critico di cui, a tutt’oggi, ne sentiamo il bisogno, se qualcuno si offende davanti a questi dipinti ha il diritto di privarne la vista anche a chi guarda oltre gli steccati morali?



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