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Channel: Arteggiando s'impara.
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L'archeologia industriale e l'arte contemporanea.

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Difficile pensare che ciò che è "archeologia" possa essere "contemporaneo" ma la dismissione del compito del sito industriale in quanto tale lo trasforma in qualcosa di diverso.


L’archeologia industriale nasce negli anni cinquanta, il concetto prende piede prevalentemente nel mondo anglosassone, in particolare negli Stati Uniti (i paesi con una profonda impronta classica storcono il naso, l’assenza di una cultura storica che non si limiti ad un paio di secoli ci spiega il motivo del successo nel paese nord americano).

Industriale e archeologia sembrerebbero  distanti tra loro, e forse lo sono, ma cerchiamo di guardare da un altro punto di vista, concentriamoci su quello che vuole raccontarci.

Quello che un tempo era "utile" oggi è esattamente il contrario, un sito un tempo produttivo oggi non lo è più, almeno per ciò che rappresentava, in questo contesto storico si erge a monumento silenzioso di un passato più o meno remoto e in quanto memoria "visiva" si ricicla e rigenera all'infinito, o almeno finché qualcuno lo osserva.

Se l’artista cerca uno spiraglio che permetta di far parte di un pensiero “futuro” l’opera d’arte è la produzione di tale pensiero, ma l’opera, quando prende vita, inizia un viaggio che va al di là del volere dell’artista, parla per sé, diventa autonoma.

Ma l’archeologia industriale non ha alcun creatore, è la rappresentazione di un tempo che non c’è più, racconta la genesi o un momento di passaggio di qualcosa che si è evoluto arrivando fino ai giorni nostri in una veste completamente diversa.

Siamo di fronte a quella che viene definita una scienza e non certo una forma d’arte, ma il racconto di un monumento industriale che a sua volta è un racconto di un tempo “altro” cos’è se non una forma di narrazione artistica?

In quest’immagine vediamo il “Parco delle chiatte” posto sulla riva a sud del lago D’Iseo, per l’esattezza a Paratico, sponda bresciana, qui attraccavano le chiatte che trasportavano i vagoni con vari materiali provenienti dai paesi a nord del “Sebino” e rimessi su rotaia proseguivano il viaggio diretti in tutto il nord Italia (e non solo).

Oggi è un luogo di svago dove quotidianamente, in particolare durante i fine settimana, centinaia di persone si trovano di fronte un monumento alla storia industriale del lago, molti passano quasi senza rendersi conto di ciò che hanno di fronte, altri si chiedono quale sia il significato di questo sito, altri ancora, quelli meno giovani, rivedono gli anni della gioventù dove queste strutture erano il simbolo della modernità che avanzava.

In fondo non è anche questo uno dei "compiti" dell'arte?


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