Gianpiero Riccobello – Golgota, Getsas, Gesù e Disma
Legno, vernice, corda e chiodi |
Continuo il mio peregrinare tra le pagine "virtuali" dedicate a chi vuole mostrare i propri lavori di carattere artistico.
Tra le centinaia di opere, per lo più si tratta di dipinti, spuntano autentiche dimostrazioni di talento, ritratti, paesaggi, nature morte, realizzati in maniera impeccabile (per quanto si possa comprendere da una riproduzione fotografica).
Ciò che è veramente difficile da trovare è l’idea, l’espressione di un sentire intimo che va al di là del “bello visibile”.
Scorrendo le decine di opere pubblicate giornalmente mi ha colpito questo lavoro, un manufatto dal concetto originale, un’opera che emerge dalle banalità che ci sommergono, mi ha colpito perché riesce a trasmettere una sensazione claustrofobica, angosciante, un senso di violenta oppressione, più psicologica che fisica , un “disegno” ineluttabile che si compie malgrado tutto.
Tecnicamente ci sono opere di maggior spessore, ma il risultato si raggiunge quando si riesce a trasmettere un messaggio andando oltre l’apparenza, oltre la bellezza estetica.
Il retro di un telaio in legno, della vernice scura, spago e tre chiodi usati e piegati, tutto assemblato senza una logica apparente ma evidentemente seguendo un disegno preciso.
Il titolo non da adito a fraintendimenti, siamo idealmente proiettati in una dimensione mistica senza però riuscire ad emergere dall’oppressiva visione della realtà, imprigionati dalla fitta rete e bloccati dal freddo metallo dei chiodi.
Il portale non sembra avere pertugi che ci permettono di sperare in una imminente apertura, ci dice che non siamo pronti, che la strada è ancora lunga, possiamo oltrepassarlo solo se lasciamo la nostra forma corporea e se il nostro essere spirituale si è liberato dalle catene del pensiero “materiale".