«Tantissima gente entra nei grandi musei, quei musei che fanno tendenza, ma quanti sono quelli che usciti ricordano cos’hanno visto?
Quanti entrano nei musei Vaticani senza ricordare nulla di ciò che vi è esposto?
Troppi entrano al Louvre solo per vedere la Gioconda, ma non vedono neppure quella, si limitano a dire di averla vista ».
Questa denuncia, dell’allora direttore dei Musei Vaticani, fa luce su un fenomeno che divide in due il mondo dell’arte e in particolare il sistema museale di tutto il mondo.
Se da una parte l’afflusso crescente dei visitatori riversa “ossigeno” nelle casse dei vari musei, dall’altra mette in evidenza una crescente lacuna culturale.
Nel cercare di comprendere questo fenomeno di massa i pro e i contro sono evidenti ma i punti che considereremmo positivi sono in numero inferiore.
I pro sono legati all’afflusso di denaro e alla possibilità che un numero sempre maggiore di persone di accedere ai luoghi canonici dell’arte.
Il lato economico però si concentra sui musei più noti, il flusso delle masse si dirige esclusivamente nei luoghi più noti, non importa quali opere custodisca (un’eccezione è la “Gioconda”) è il nome del museo che attira i visitatori.
Se questo è un bene per alcuni non tocca minimamente la maggioranza degli altri musei, economicamente sono una piccolissima minoranza a trarne beneficio.
L’altro lato positivo potrebbe essere quello legato all’allargamento dei potenziali fruitori dell’arte, quello che qualche decennio fa era un’esclusiva di una elite oggi è a portata di mano di moltissima gente.
C’è però un rovescio della medaglia, l’esclusione dei musei più piccoli o comunque meno noti (si parla di percentuali enormi, stime vanno da un 90 ad un 99 % dei casi) rende il sistema squilibrato e di conseguenza estremamente fragile, senza appunto un equilibrio è destinato a crollare.
L’arto argomento si riallaccia alle parole di Paolucci, la maggioranza della marea di gente che si riversa nei vari “santuari” dell’arte non è minimamente consapevole di ciò che va a vedere e di quello che, all’uscita, ha visto.
Il mio pensiero si basa su dati raccolti, da varie interviste ai dirigenti che non nascondono quanto sia sbilanciato il confronto tra il numero dei visitatori e la effettiva coscienza degli stessi riguardo a ciò che hanno di fronte.
Se a tutto questo sommiamo la corsa ai cosiddetti selfie da esibire sui social ecco che tutto torna, l’esempio lampante è un sevizio di qualche giorno fa riguardo ai numerosi visitatori si affollano davanti alla Monna Lisa al Louvre: «… migliaia di visitatori entusiasti con in mano uno smartphon per farsi un selfie con la Gioconda …».