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Scortesia, maleducazione e altri problemi, i musei italiani e la svolta che non arriva.

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Se vi capita di leggere le recensioni di un qualsiasi museo italiano non vi sfuggiranno le molteplici critiche riferite alla scortesia degli addetti, alla cassa, nelle sale e al bookshop.

Harry Rutherford -The Custodian

È innegabile che lo stesso potrebbero dire gli impiegati riguardo ai visitatori ma forse sarebbe il caso di saper distinguere il cafone dalla persona educata.

Le recensioni sopracitate sono solo lo spunto del mio ragionamento, la mancanza di cortesia e spesso la maleducazione, le ho verificate personalmente e non si limitano a poche eccezioni.

Nel mio caso più che alla cassa o nella “libreria” è nelle sale che si riscontra il problema, tra i vari musei che ho recentemente visitato l’esempio più lampante è alla pinacoteca dell’Accademia Carrara a Bergamo, le sale sono sorvegliate da giovani provenienti dall’accademia stessa, spocchiosi, arroganti, presuntuosi, che guardano tutti dall’alto in basso pensando che il solo fatto di studiare all’accademia li renda superiori a chiunque, se poi qualcuno si azzarda a fare una semplice domanda ti guardano infastiditi e sgarbatamente di rispondono che hanno altro a cui pensare (se li si osserva attentamente ignorando il fastidio della loro maleducazione si capisce che non rispondono perché di tutto ciò che è esposto non capiscono alcunché).

Il problema è lo stesso per tutti musei, chi più chi meno, la vigilanza nelle sale è assegnata a studenti impreparati, poco competenti e, soprattutto, malpagati (spesso nemmeno quel poco) inoltre sotto organico con orari assurdi, questo porta i giovani a svolgere le mansioni assegnate senza lo stimolo giusto, di malavoglia.

Non va dimenticato però il pessimo comportamento di alcuni visitatori, non sono a favore dei musei ultra silenziosi, non siamo in un luogo di culto, ma trovo fastidiosi gli schiamazzi, gente che parla ad alta voce al cellulare, davanti alle opere persone con lo smartphone alzato per improbabili fotografie e gli immancabili selfie, fino al problema più grave dato dal visitatore poco interessato (non si capisce perché ci sia andato) che si avvicina troppo alle opere, non per studiarle da vicino ma rischia di urtarle perché sta “giocando” con gli amici. Vanno aggiunte le devastanti code, spesso non regolamentate, all’entrata dei musei più celebri.

Il sistema museale italiano ha non pochi problemi, prezzi in continua ascesa, sale strapiene, in particolare nel caso di mostre dedicate agli artisti più noti (dove la metà della gente non si sa come ci sia finita) personale non preparato e un’isteria collettiva che sfocia nella maleducazione.

Per completare l’opera ultimamente ha preso piede l’abitudine di mettere il grande nome sulla locandina per poi esporre nelle sale altri artisti che “si ispirano a …”.

Questo non significa che tra i lavoratori nei musei e tra il pubblico non vi siano persone educate e in grado di fare il proprio lavoro anzi, si tratta della maggioranza, ma la tendenza è al peggioramento (come in ogni settore) ed è questa tendenza che andrebbe invertita.



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