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Channel: Arteggiando s'impara.
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Ridiamo di noi stessi (ma pensiamo che si tratti di qualcun altro)

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Penso che in molti conoscano il celebre sketch di Aldo Giovanni e Giacomo dedicato all’arte contemporanea, una divertente parodia dei “personaggi” che possiamo trovare in una galleria o un museo in qualsiasi città del modo.

È naturalmente tutto portato all’estremo o … forse non cosi lontano da quello che ci immaginiamo.


Giacomo è l’appassionato, l’esperto d’arte che cerca di divulgare il proprio sapere, gli altri due sono i visitatori della galleria, Giovanni, pur senza molte conoscenze cerca quantomeno di imparare qualcosa, anche se in fondo non sembra particolarmente interessato.

Aldo invece sembra capitato lì per caso, più che ascoltare si limita a “sentire” senza assimilare alcunché.

I tre personaggi sono l’estremizzazione di quello che vediamo ogni giorno in qualsiasi luogo deputato all’arte, l’esperto un po’ saccente, spesso eccessivamente “poetico” dove la poesia è soprattutto in chi guarda con un certo pensiero interiore, inoltre non manca un briciolo di snobismo verso chi l’arte la “vede” un tantino superficialmente.

I due visitatori, con obbiettivi, interessi e capacità differenti si limitano ad osservare e a vedere le opere per ciò che appaiono, l’idea di scendere in profondità non è considerata, l’arte “parla da sola senza bisogno di conoscenze, se non la capisco significa che non è arte”.

Si tratta di due mondi, di due modi di vedere che nonostante i tentativi di avvicinarsi non riescono quasi mai ad incontrarsi, entrambi gli schieramenti mantengono le proprie posizioni, l’uno vive in un mondo tutto suo, gli altri non sanno guardare oltre il proprio naso.

Tutti hanno ragione, gli addetti ai lavori spesso si nascondono dietro a barriere linguistiche complesse (molte volte volutamente incomprensibili) i visitatori occasionali si trincerano dietro a convinzioni personali che non hanno nulla da dividere con il concetto artistico.

Aldo Giovanni e Giacomo mettono in scena i difetti di queste due categorie, Giacomo eccede con i toni, ha ragione quando si sofferma sulle singole opere mettendo in risalto i concetti che vanno oltre la visione “retinica”, ma lo fa senza nascondere un certo fastidio per la carenza degli amici.

La stessa cosa vale per Aldo e Giovanni, che faticano, senza per altro impegnarsi particolarmente, a comprendere ciò che gli viene raccontato.

Quello che il terzetto comico mette in scena è lo specchio fedele della realtà, lo fa con maestria divertendo il pubblico al punto che lo stesso non riesce a comprendere che si sta parlando proprio di lui.




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