L’altro giorno, nel tentativo maldestro di cambiare la batteria, un orologio mi è scivolato dalle mani con la conseguente frattura, semi-composta, del vetro.
![]() |
Le
soluzioni erano due: quella logica (di mia moglie) è di cambiare il vetro,
quella illogica (la mia) è l’occasione di aprire un’altra strada, quella di cambiare
la “visione” dell’orologio.
La
crepa nel vetro mi ha immediatamente portato al Grande vetro di Duchamp che,
durante il trasporto per una mostra temporanea, si è rotto lasciando appunto
un vasto reticolo di crepe.
Non
è mia intenzione accostare l’opera in questione con il mio orologio ma sono le
parole di Duchamp, dopo che gli avevano notificato l’accaduto, che ho preso in
prestito: “le crepe nel vetro sono
quello che mancavano all’opera, ora è completa”.
Se dunque prendessi in prestito le parole dell’artista
francese e le convogliassi verso l’orologio? Potrei anch’io dire che la crepa
completa l’orologio, è quello che mancava per renderlo perfetto, anche perché la
caduta non ha inficiato il funzionamento dello stesso.
Immagino che la reazione di chi legge queste righe
sia simile a quella di mia moglie (per la cronaca non ha detto nulla, si è
limitata a scuotere la testa) ma converrete con me che il punto di vista (mio)
per quanto assurdo è parte integrante di quella visione alternativa che tanto desidero promuovere,
se poi questa visione abbia o meno senso …