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L'idea che emerge dal caos. Auguste Rodin.

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Autore:   Auguste Rodin
 (Parigi, 1840 - Meudon, 1917)

Titolo dell’opera: La Pensée – 1886 - 89


Tecnica: Scultura in marmo


Dimensioni: H. cm 74


Ubicazione attuale:  Musée d’Orsay, Parigi.






Emblema scultoreo della concezione “simbolista”, i contemporanei di Rodin sostenevano la tesi del “pensiero che emerge dall’informe massa della materia”.

Opera che si può “leggere” in modi differenti, molte infatti le interpretazioni che si possono dare legate alla scultura in se che si fonde con la vita della modella e la relazione fra quest’ultima e l’artista.

Camille Claudel, sorella del noto poeta Paul, è la protagonista del momento artistico e affettivo che Rodin trasforma in quest’opera, il legame tra i due è intenso ma molto travagliato, i quasi venticinque anni di differenza creano non pochi problemi tra il maturo e affermato scultore e la giovane e irrequieta ragazza.

La scultura prende vita nei primi anni della relazione è dunque non ha nessun legame con la malattia, il disturbo mentale, che la condurrà in manicomio nel 1913 e che non lascerà fino alla morte nel 1943, ma se è vero che per comprendere meglio un’opera si deve tener presente anche ciò che è successo dopo la Creazione” della stessa è inevitabile prendere in considerazione anche questi fatti.

La mente che prende il soppravvento sul corpo? L’idea che sia il pensiero, l’interiorità della donna, l’interesse primario di Rodin verso la giovane relegando l’aspetto fisico (pur con enorme importanza) in secondo piano?

Difficile trovare un punto fermo nella lettura di questo capolavoro, possiamo comunque affidarci a ciò che ricordò lo stesso scultore vent’anni dopo la realizzazione, sosteneva infatti che l’opera era stata ideata per rappresentare “una testa così piena di vita da rendere vitale la massa informe e inerte da cui emerge”.

Altre interpretazioni avvicinano il lavoro dello scultore francese al pensiero “michelangiolesco” che scavando nella materia, cercando nel profondo della “massa”, si riesce a trovare il cuore dell’opera, “liberare l’idea dal blocco che la tiene imprigionata”.


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