«Ognuno abbia riconosciuto il proprio lavoro»
Con queste parole Martha Medeiros accoglie la notizia dell’assegnazione di questa poesia fino ad allora attribuita a Pablo Neruda.Non diminuirà la stima che la Medeiros ha verso il poeta cileno, anzi, ma ci tiene a comunicare la propria soddisfazione nel veder riparato il torto.
La stampa e la critica osannano l’opera finché si pensava che l’autore fosse Neruda, poi cambiano parere, l’entusiasmo si spegne fino alla ridicola dichiarazione di alcuni giornali che definiscono la poesia “carta straccia” e “era impossibile che Neruda cadesse tanto in basso”.
Lasciamo ai propri deliri critica e stampa specializzata e concentriamoci sull’anima di questi “pensieri”.
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Caspar David Friedrich - Woman Before the Rising Sun |
La Madeiros ci racconta semplicemente cosa ci porta a non vivere, come l’assenza di azione, del desiderio del cambiamento, come la mancanza di sogni o anche soltanto il negarsi il piacere di fare ciò che ci piace, inducano ad una lenta discesa fino alla morte, spirituale prima ancora che fisica.
Ma lasciamo che siano i versi della poetessa brasiliana a condurci per mano in un mondo dove emerge la semplicità del saper vivere, e chissà che ognuno di noi sappia trarre le giuste indicazioni per un’esistenza più serena.Lentamente muore
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.